martedì 20 febbraio 2018

[INTERVISTA] Giovanna Turco, truccatrice


Altra intervista esclusiva, questa volta sul lato delle maestranze del cinema e della televisione.
Abbiamo con noi Giovanna Turco, truccatrice.
Ecco per voi, pubblico di The Tonight Blog Show, una chiacchierata su uno dei tanti aspetti "dietro le quinte" del mondo dello spettacolo!

Ciao Giovanna! Prima di iniziare l'intervista vera e propria, puoi spiegarci chi sei e in quali produzioni hai lavorato?
Ciao a tutti, sono Giovanna Turco, truccatrice. Lavoro sia nel cinema che per la tv, tra le altre cose mi sono occupata del trucco in diversi film d'autore italiani, tra cui l'ultimo di Muccino.
Ho lavorato per
Gangs of New York e l'ultimo di Ridley Scott, Tutti i soldi del mondo. In televisione invece ho fatto alcune lunghe serialità, come Ris, I Liceali, Il XIII Apostolo.

Puoi dirci come hai iniziato? Da dove nasce la decisione di diventare truccatrice per cinema e tv?
In realtà, inizialmente, avrei voluto fare la costumista
Per mantenermi agli studi, facevo pulizie in casa di altre persone. Ho conosciuto così una persona che era dentro la produzione cinetelevisiva. Mi sono iscritta alla scuola per costumisti, sono ovviamente anche andata sui set, ma lì ho capito che i costumi non erano ciò che mi interessava realmente. Così, mi sono iscritta a una scuola per truccatori.

È difficile entrare nell'industria cinematografica come truccatrice?
Sì, non è certamente un ambiente di facile accesso.
Specie fino a qualche anno fa, o facevi parte di famiglie che già erano da tempo nell'ambiente, o le occasioni erano poche. Oggi le cose stanno un po' cambiando: ad esempio i corsi delle scuole per truccatori vengono molto più pubblicizzati.


Ci sono molte idee sbagliate su ciò che fai, dall'atteggiamento "è solo trucco", ad un'altra convinzione che, con un budget ridotto, le esigenze del reparto trucco possono essere trascurate – ti sei mai imbattuta in questo nel tuo lavoro e in che modo ti influenza? 
Spesso. A volte si pensa che si può fare a meno del reparto trucco, come se "non servisse". Poi, magari succede che le produzioni siano costrette a spendere il doppio, quando si rendono conto in corsa che invece si tratta di un lavoro essenziale per la riuscita di un progetto cinetelevisivo.

Giovanna nella sua postazione

Quando ti vengono affidati un film o una serie, come funziona la fase preparativa? Ti incontri col regista, col produttore? Quali sono gli step?
Dunque, funziona così: solitamente si viene contattati dal costumista, che cura il look del personaggio; si fa assieme una prima lettura del copione, per "capire" il personaggio stesso. Si fanno quindi delle prove, si parla col regista -che magari ha delle richieste particolari, dettagli precisi come un baffo o una cicatrice-. Durante queste varie prove, il personaggio prende la giusta forma.

Qual è la relazione tra un truccatore e il regista?
Come dicevo, durante le prove di trucco, si parla con il regista, che ci indirizza su come desidera che il personaggio debba apparire. Il nostro lavoro comunque si svolge in sinergia con altri reparti: ho già citato i costumisti, ma non si può prescindere dal parrucchiere. Tutto questo concorre alla creazione del look del personaggio, così come lo immagina il regista.

Hai anche lavorato su set hollywoodiani. Hai notato delle differenze tra produzioni italiane e quelle americane? 
Sì, c'è ovviamente abbastanza differenza. Ma proprio nel modo di affrontare una produzione cinematografica. Se in Italia sembra che tutto si faccia un po' più "alla carlona", in produzioni low-budget dove bisogna arrangiarsi con quello che hai, in America hanno un addetto specifico per ogni minima cosa. Da noi si è un po' tutti factotum, mentre sui set hollywoodiani c'è una precisione maniacale con ruoli ben distinti, e magari può succedere che se manca uno di questi non si riesce ad andare avanti. Insomma, in America c'è un atteggiamento più professionale, mentre da noi più artigianale. Ma forse, anche più umano.

Il ricordo più bello che hai in questi anni di lavoro?
Ho lavorato in diverse grandi produzioni, titoli famosi e premiati. Ma io ho tanti bei ricordi su set di produzioni low-budget, dove c'era anche e soprattutto una dimensione artigianale, dove con la troupe si crea armonia, sintonia e umanità.

Ecco, parlando di rapporti: con gli attori che passano al trucco può nascere una confidenza, o si mantiene una certa distanza?
Dipende ovviamente dalle persone, come in tutti gli ambienti: è capitato molte volte che siano nate amicizie o rapporti di stima tra me e l'attore. Dopotutto è un passaggio obbligato per un attore, quello del reparto trucco: si arriva la mattina, ci si scambiano confidenze più o meno "forti", si passa comunque molto tempo assieme, si diventa una famiglia. Specie nelle lunghe serialità.

Per concludere, quali consigli daresti a chi vorrebbe occuparsi professionalmente del reparto trucco?
Sicuramente è necessario frequentare un corso. Dopo la scuola, consiglierei di andare all'estero, fare qualche stage, e poi tornare in Italia. È vero che oggi nel nostro paese ci sono sempre più corsi specifici, ma consiglio sempre di passare un periodo su qualche set all'estero.

Ringraziamo Giovanna per aver risposto alle nostre domande.
A presto, con nuove interviste "tecniche" sul mondo del cinema e della televisione!

Intervista a cura di J Carson e MikiMoz

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